“U me corpo è filosofia, arte, religione, aspra poesia”, declina così la sua “pulla”, Scaldati, partendo dal sesso solo come pretesto per un’esplosione cosmica che investe l’intero umano.
La donna in Scaldati diviene Afrodite, colei che detiene il mistero della creazione e per questo, ponte fra il mondo terreno e quello divino. Il corpo femminile diviene consolante liquido amniotico delle miserie umane, salvifico fonte battesimale che santifica e nobilita.
Per Scaldati, la donna è la Papessa degli arcani maggiori, colei che detiene il sapere tutto e lo accoglie dentro di se come un fardello enorme da portare e negli attimi di criticità ne mostra al mondo solo una parte mediante, sì, la pietas ma anche operando atti efferatissimi di distruzione, contraltari necessari e naturali a quelli della creazione.
–Egle Mazzamuto